Le pratiche burocratiche continuano anche dopo la morte
“È impossibile essere sicuri di qualcosa se non della morte e delle tasse”. Mai ci fu frase più veritiera se non questa affermazione tratta dalla farsa musicale “The cobbler of Preston” di Christopher Bullock. Morte e tasse, infatti, continuano ad andare a braccetto anche a decesso avvenuto, soprattutto se la salma dovrà poi viaggiare verso la terra natia.
Morire all’estero potrebbe non fare alcuna differenza, in fondo dopo la morte un luogo dove essere seppelliti vale l’altro, ma per taluni il ritorno in patria a decesso avvenuto è una delle volontà fermamente espresse in vita, difficilmente trascurabile da parte degli eredi.
Per rimpatriare in Italia una salma è necessario che questa venga accompagnata da un documento, il passaporto mortuario, rilasciato dal consolato del Paese dove il decesso è avvenuto.
Come ottenere il passaporto mortuario
Per ottenere tale documento vanno prodotti una serie di certificati da presentare in fase di richiesta.
Non è possibile elencare tutti gli attestati necessari dal momento che nel mondo ogni paese potrebbe prevedere ulteriori dichiarazioni; tuttavia generalmente dovrebbero essere sufficienti (probabilmente si tratta di un eufemismo) i seguenti, prodotti su richiesta dei congiunti o da persona o agenzia informata del decesso:
- certificato di morte;
- autorizzazione del municipio italiano all’interrazione della salma;
- certificato dell’autorità sanitaria competente che attesti l’avvenuta osservazione delle misure igieniche di sicurezza (trattamento antiputrefattivo e incasso della salma a norma di legge);
- attestazione che il decesso non sia avvenuto in seguito a malattie infettive o di origine endemica;
- apposizione dei sigilli al feretro da parte del consolato qualora il decesso sia avvenuto al di fuori dei paesi firmatari del trattato di Berlino.
Sia l’istanza che il passaporto sono soggetti a bollo.
A prescindere dalla tumulazione, il decesso di un cittadino italiano avvenuto all’estero va sempre e comunque registrato in Italia. La comunicazione immediata avviene tramite l’ambasciata e il certificato tradotto in italiano (è a tutti gli effetti un documento), accompagnato da idonea documentazione che provi la nazionalità del defunto qualora questi non fosse iscritto allo schedario consolare (AIRE).
L’ultimo viaggio, il più complicato
La preparazione del feretro per la traslazione della salma va eseguita secondo criteri di igiene e profilassi adottati più o meno in tutto il mondo, secondo i quali il cadavere trattato deve essere:
- contenuto in una cassa metallica debitamente sigillata a fuoco e racchiusa a sua volta in una cassa di legno;
- per la traslazione la cassa di legno deve essere a sua volta racchiusa in un boiler metallico saldato a caldo;
- sulla cassa metallica deve essere apposta una targhetta che riporti le generalità del defunto, cioè nome, cognome (da nubile se donna), data e luogo di nascita, data e luogo di morte. La targhetta metallica va incollata sulla cassa con una colla speciale, molto resistente;
- sull’esterno della cassa devono essere apposte delle lamelle metalliche a cerchiaggio, larghe non meno di 2 cm e distanti non più di 50 cm l’una dall’altra, ben fissate con viti o chiodi.
Qualora il trasporto della salma provenisse dai paesi inclusi nel trattato di Berlino del 10.2.1937 (ovvero Italia, Germania, Belgio, Cile, Portogallo, Svizzera, Egitto, Francia, Repubblica Ceca e Slovacchia, Austria, Turchia, Zaire, Romania, Messico) va segnalato l’aeroporto di arrivo e il volo che trasporti la salma.
Se l’ultimo viaggio proviene da paesi estranei al trattato, va preparato un piano dettagliato di trasporto oltre a:
- istanza bollata diretta al sindaco del paese che riceve la salma,
- permesso di sepoltura da parte del comune in sui si è verificato il decesso,
- estratto del certificato mortuario,
- certificazione dell’azienda sanitaria competente attestante gli idonei trattamenti del cadavere e la giusta composizione del feretro,
- permesso di traslazione della salma rilasciato dal consolato del paese straniero in Italia,
- passaporto mortuario,
- avviso del rilascio del passaporto alla polizia di frontiera del paese in uscita.
In conclusione si tratta di una procedura estremamente complessa, specialmente se affrontata in un momento di sofferenza d’animo dovuta alla perdita di una persona cara.
Fortunatamente le agenzie di pompe funebri sono in genere ben preparate a questi eventi, sanno muoversi bene anche in ambito internazionale e spesso si scambiano cortesie con i colleghi esteri, che giocando in casa conoscono bene i relativi interlocutori, favori che poi ricambiano quando le parti si invertono.
Rimane una contraddizione in termini relativa al passaporto mortuario che stando al comune significato del documento, verrebbe rilasciato per varcare la frontiera verso il proprio paese natio dal momento del rilascio in poi, cioè ogni volta “che si renda necessario morire”.
Presso l’Agenzia A.P.F. Casati di Meroni è possibile organizzare voli aeri, passaporti mortuari e i documenti per l’Italia e rimpatrio stranieri nei paesi dove richiesti.