Il PROGETTO ARBOR VITAE – I’M TREE rappresenta l’ultima frontiera dell’architettura funeraria che ci invita ad immaginare la sepoltura come qualcosa che dà il via a una nuova vita partendo semplicemente dalla terra e dal seme.
ARBOR VITAE – I’M TREE – dalla morte alla rinascita secondo natura
Tutta la storia dell’uomo è segnata da enormi progressi in tutti i campi delle scienze e della cultura. L’avvento delle nuove tecnologie ha stravolto il nostro modo di vivere, le nostre abitudini. Ma ci sono pratiche antiche che non sono mai cambiate e hanno attraversato il tempo intatte ed inalterate, come la sepoltura.
Il rito della sepoltura ha un profondo significato che va ben oltre l’aspetto religioso e pratico. È un tributo, un commiato, un dovere.
I cimiteri sono luoghi sacri in quanto deputati a conservare e proteggere chi ormai, con la morte, è divenuto indifeso e inerte. Il cimitero è un luogo chiuso tra solide e invalicabili mura, serrato di notte da cancelli e protetto da custodi ne che garantiscono l’inviolabilità. Tutte queste misure, volte a creare una netta separazione tra noi e loro, tra la vita e la morte, tra chi può e chi non può più, vengono superate con un nuovo concetto di sepoltura.
E se dalla morte nascesse una vita nuova? Una vita che si potesse integrare con quella che prosegue, nelle nostre città, nei nostri quartieri, in mezzo alla gente.
Insomma, se diventassimo alberi e vivessimo ancora in mezzo ai vivi?
Dalla morte alla rinascita secondo le leggi della natura, è questa la sfida lanciata dal progetto ARBOR VITAE – I’M TREE. Io sono un albero, un semplice albero che nasce da un seme piantato in una terra di cui io faro’ parte.
“E così, possiamo immagine di entrare in quel seme, da subito poterlo nutrire e poi germogliare e respirare sulla città”.
Io, un albero
Un’urna in materiale biodegradabile sarà la temporanea custodia delle ceneri del defunto che, in breve tempo diventeranno nutrimento per un seme.
L’avvento della cremazione e la successiva possibilità di disperdere le ceneri in natura, sono solo un’anticipazione del sentimento che via via prende campo e ci spinge verso un nuovo pensiero che supera il concetto di fine a se stesso per abbracciare la filosofia di integrarsi davvero con la natura e proseguire in un percorso di bioutilità.
Diventare un albero è la cosa più bella che si possa immaginare. Sarà che, fin da bambini, ci vengono raccontate storie di foreste magiche e incantate dove gli alberi sono vivi e pensano e gioiscono e soffrono. E tutti ci saremo chiesti come ci si sente ad essere un albero in mezzo agli uomini. Con le radici ben piantate nella terra e la chioma che si agita al vento.
E chissà perché, pensare di poter provare quella sensazione, ci offre non solo sollievo, ma anche una certa curiosità, quasi un’ansia anticipatoria che ci fa pensare di ottenere il diritto di godere di un grande privilegio, l’appartenenza a quel mondo speciale e magico.
PROGETTO ARBOR VITAE – I’M TREE – Un bosco urbano che vive e respira
Il progetto porta la firma di un gruppo di professioniste italiane, Consuelo Fabriani, Livia Ducoli e Cloe Bern, paesaggiste dello studio A3 romano, che si sono lasciate ispirare da una scoperta di qualche anno fa.
Si tratta di un vaso cinerario particolare, biodegradabile, che ha incuriosito le professioniste e le ha spinte ad immaginarne un reimpiego in larga scala fino al punto di integrare il concetto di biodegradabile con quello della nascita di una nuova forma di vita.
Dal biodegradabile al parco urbano
Tornare “polvere alla polvere” era solo il primo passo verso un novo concetto di sepoltura. Come verrà realizzato questo progetto?
Ovviamente nel modo più semplice e naturale possibile. L’urna , totalmente in materiale biodegradabile, sarà formata di due sezioni di cui, la prima ospiterà le ceneri del defunto e la seconda un seme e della terra.
Nel corredo ci sarà anche una fascia in acciaio con inciso il nome del defunto e della pianta scelta.
Ogni città avrà un parco interamente realizzato con questo concetto che, crescerà in maniera spontanea e, grazie alle innovative tecniche di ingegneria botanica, sarà in grado di sfruttare al meglio l’acqua piovana per l’irrigazione con un innovativo sistema di filtraggio e drenaggio.
Ma questo cimitero green non sarà solo l’occasione per rinnovare il concetto di sepoltura bensì una concreta proposta per ristabilire l’equilibrio naturale tra la città e le aree verdi.
PROGETTO ARBOR VITAE – I’M TREE – i progetti nel concreto
Il progetto PROGETTO ARBOR VITAE – I’M TREE, nasce nel 2015 e ad oggi, ha raccolto importanti consensi non solo in Italia ma in diversi contesti internazionali. Realizzare un progetto di queste dimensioni non è semplice in paesi dove le città sono state cementate e individuare spazi da destinare al verde comporta l’ elaborazione di Programmi di Riqualificazione Urbana che richiedono lunghi procedimenti amministrativi.
Forse non sarà l’Italia il primo paese ad adottare questa soluzione innovativa ma intanto, città come Milano, hanno deciso di ospitare una sorta di versione semplificata creando il giardino del ricordo. Un luogo verde, dove è possibile seppellire le urne insieme ai ricordi della persona scomparsa e dove tutti potranno conoscere la vita e condividere i ricordi del defunto.
“Gli Alberi predicano la legge primigenia della vita ” scriveva Hermann Hesse, dai boschi urbani con nuove forme di sepoltura si riparte verso un nuovo rapporto con la natura in cui gli uomini si rimettono finalmente all’ascolto.